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La scomparsa di Carlo Melograni

0s · Lectures Talks Comments by Antonino Saggio · 01 Nov 15:28

La scomparsa di Carlo Melograni 11 gennaio 1924 - 1 Novembre 2021
Nella foto Carlo Melograni al centro in basso tra i volontari dei Gruppo di Comattimento arruolatosi nell'esercito italiano dopo il settembre 1943 per combattere il nazi-fascismo (in Storia fotografica del partito comunista)
Con l'architetto Carlo Melograni scompare uno degli ultimi rappresentanti della generazione dell’”Anti": donne e uomini che si sono formati negli anni del regime fascista a cui seppero opporsi con valori e azioni antagoniste. Se in Bruno Zevi l'essere antifascista aveva il carattere di una adesione al credo libertario del partito d'Azione di Ferruccio Parri, in Carlo Melograni l'essere comunista era la caratteristica prima. Melograni si è mosso sempre per il sostegno alle classi più bisognose in una disciplina da centralismo democratico che naturalmente negli anni sostituì il credo della rivoluzione con un pensiero riformista. Non a caso è stato fraterno amico proprio del presidente Giorgio Napolitano, che certamente oggi lo piange. Nell'immediato dopoguerra, appena laureato, fece parte della squadra dei giovani dell'Ina casa (Aymonino, Valori, Fiorentino e altri) firmando l'importante quartiere del Tiburtino a Roma con capogruppo Ludovico Quaroni. Alla metà degli anni Cinquanta scrisse un lucido ed equilibratissimo saggio per “il Balcone” dedicato alla figura di Giuseppe Pagano. Il direttore di “Casabella” martire a Mauthausen è una personalità in cui Melograni si rispecchia per l'orgogliosa modestia e per la ricerca di una architettura primariamente attenta alla funzionalitá al servizio di tutti. Guarda con estremo interesse alle esperienza del Team X e vede in Giancarlo de Carlo un punto di riferimento. Dal 1961 al 1971 si afferma un altro dei suoi credi: il teamwork. Con Tommaso Giuralongo e Leonardo Benevolo forma uno studio che realizzerà soprattutto in Emilia Romagna opere interessanti tra cui la particolarmente riuscita Fiera di Bologna. È contemporaneamente attivo anche come politico a Roma con ruoli di primo piano tra cui quello di consigliere per il PCI. Nel quadro del rinnovamento della Facoltà di architettura di Roma, dopo l'arrivo di Quaroni e Zevi, è - dopo Palermo - incaricato dell’insegnamento prima di Disegno e rilievo e poi di Composizione architettonica. Nel caotico e sfilacciato clima della facoltà degli anni Settanta, Melograni è tra i pochi docenti di Composizione che tenga lezioni di architettura sottolineando le responsabilità sociali del progetto, rifuggendo da formalismi di ogni tipo, cercando l'adesione "scarna" al tema come indicava Pagano. Alla fine degli anni Settanta tra i suoi primi laureati sono Luigi Prestinenza e Antonino Saggio. Coordina due numeri di "Edilizia Popolare" in cui spinge per l'adozione di modelli distributivi innovativi anche nel nostro paese e nel fascicolo sulle “Case basse ad alta densità” pubblica il progetto dei due giovani di cui è relatore con Paolo Meluzzi. Sempre nei primi anni Ottanta fonda un nuovo gruppo di progettazione il P+R (Progetto e Ricerche di architettura - vedi articolo) che opererà con continuità per circa quindici anni.

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Sono inziati i corsi a Sapienza
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Esiti Laboratorio di Sintesi 2021-2022 Prof. Saggio

Questo Laboratorio di Sintesi ha lo scopo di coinvolgere gli studenti nella progettazione di un edificio di media-alta complessità inserito in un vuoto urbano della città di Roma che presenti implicazioni anche dal punto di vista del disegno urbano, paesaggistico e ambientale. La particolarità del Laboratorio consiste nel rapporto che si deve instaurare tra il programma, l’area di progetto, i committenti, i previsti occupanti e l’insieme di aspetti teorici e pratici della progettazione architettonica e urbana. Il programma del progetto ricade nel grande ambito della Mixité. Propone di conseguenza una combinazione di attività diverse organizzate a partire da una forte idea d’uso, una "driving force" che motiva il progetto e la sua necessità nella città contemporanea nei termini generali, e nell’area di progetto in particolare. Ogni studente sceglierà un’area specifica per il proprio progetto in un Vuoto urbano - “Urban Void” - localizzato nel settore orientale della capitale lungo le aree molto degradate e abbandonate che si trovano sulle due sponde del fiume Aniene tra la confluenza nel Tevere e il raccordo anulare. Si tratta di un ambito specifico del progetto urbano UnLost Territories (localizzato nella zona est della capitale lungo la via Prenestina) che si occupa specificamente delle aree industriali in dimissione e di altre aree degradate sulle due sponde del fiume Aniene, da questo il titolo del Laboratorio "Aniene Rims". Nell’area prescelta dallo studente, all’interno di una mappatura di possibilità pre-selezionate dalla docenza, ogni studente svilupperà il proprio programma in rapporto con la docenza, ma anche con un promoter o cliente virtuale.
Il Laboratorio è stato organizzato in cicli tematici successivi che dalla scelta dell’area, al programma, ai concetti spaziali, distributivi ed espressivi, al ruolo delle acque ed ha sempre visto una o più lezioni teoriche, revisioni personali e collettive e consegne. L'intero materiale con l'audio delle lezione è disponibileal sito del Corso. Il complesso intreccio delle prassi promosse dal corso si appoggiano oltre al sito, anche allemappe google ed a unblog del corsoda cui si accedeall’insieme di blog di ciascuno studente in una fitta rete di condivisone necessaria ad affrontare una esercitazione progettuale oggi.
Vedi un breve Film You tube con tutti i progetti e i partecipanti
Qui sotto una selezione di alcuni progetti. Dal nome dello studente si accede al Link al Blog personale con il lavoro completo finale e a tutto il percorso di ricerca compiuto dall'inizio del Laboratorio.
Tutte le lezioni anche in Video dalla Pagina Web del Corso
Lorenzo De Maria
Nelu Dragomir
Flamina Feliciangeli
Paolo Mezzadri
William Proietti

Breviario Pattese

Ciaola 25 agosto

La torre di Piraino ha anche una storia tutta personale. Durante l'ultimo anno di vita,mio padre era triste e provato. Diceva spesso di sentirsi "usurato". A volte il pomeriggio andavamo proprio qui alla torre Ciaola di Piraino. Lui andava a parlare con il professor Napoli. Era un monsignore e suo insegnante di latino e greco negli anni dieci e venti. Ma credo soprattutto che il professor Napoli fosse un suo mentore a tutto campo, una persona di cui aveva grande stima e con cui confidarsi. Stavano insieme in questo lungo balcone di una costruzione di quelle degli anni 60 senza arte né parte. A me mio padre diceva di fare una passeggiata alla torre. Io non capivo perché, ma mi incamminavo solo soletto lungo la statale per vedere la torre. Avevo 11 anni. Non mi sono mai chiesto cosa si dicessero I due uomini sul balcone. Stavo lì a guardare la torre forse un poco a pensare ai pirati. Obbedivo con la massima naturalezza a quanto il papà mi diceva. Punto e basta. Tutto mi è tornato in mente solo ieri che sono più vecchio di mio papà allora dopo queste visite dal professor Napoli. Era il dicembre del 1966 quando ci furono i funerali e ricordo il professor Napoli chiamare: "Raffo, Raffo"

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Tindari 27 agosto 2021 ambulatorio

Sono stato a Tindari al calar della sera, ed ecco che vi mostro. Questa piccola costruzione che negli anni cinquanta e sessanta era un ambulatorio. Per le poche anime di Tindari, arrivava qualche giorno a settimana il medico e li visitava. La cosa bella è che il medico era mio zio! Pure lui si chiamava Raffo Saggio, come il mio papà. Lo zio Raffo era simpatico ed un gran scavezzacollo. Ho trovato lettere a mio nonno in cui si parla di sue imprese da giovane e mio padre che gli voleva un bene dell'anima che intercedeva. Lo zio Raffo oltre che medico è stato un amato e bravo sindaco di Gioiosa (a lui si deve la strada belvedere che porta alla stazione e la piazzetta con Fontana) ma soprattutto lo zio Raffo era un grandissimo giocatore. Si raccontano sue imprese memorabili, tipo che dopo aver giocato in tutti i circoli di Gioiosa partiva per il casinò di Venezia e a quei tempi non c'erano autostrade. Era sempre accompagnato da un amico-scudiere. Che aveva un buffo soprannome, che ometto. Tornava da queste sue incredibili imprese e magari la mattina eccolo là a Tindari sorridente. Un tipo fantastico lo zio Raffo, una specie di Clark Gable nell'aspetto. Con quel tono scanzonato e divertente, ovviamente grande amatore, ho paura oltre i limiti di una graziosissima moglie, la zia Masina. Me lo ricordobenissimo quando fu ricoverato all'ospedale di Patti, per un infarto, e lo andai a trovare (cosa che devono fare anche i bambini!). Dimesso continuò tutto come se niente fosse. Dopo due mesi arrivò il secondo. Mori, che aveva solo 44 anni lo zio. Che dolore anche per me piccolo, appena lenito dai fantastici regali che mi portava sempre ai giorni dei morti, via la zia Masina. Ma io ero fermamente convinto che fosse proprio lo zio Raffo che si ricordava di me.

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Tindari due l'albergo.

28 agosto

Molto difficile da spiegarvi come mai la mia prima notte in Sicilia fu proprio qui, in questo posto che è l'albergo di Tindari che è rimasto quasi uguale. L'albergo lo vedete da voi. Affaccia sulle Eolie e la terrazza dà sui laghetti di Marinello, certo oggi bisogna mettersi una mano a destra tipo paraocchiper non vedere Lui, l'orrore del vescovo Pullana, ma ai tempi di cui vi narro non era stato ancora dismesso lo splendido antico santuario.

Arrivavo da Roma dove ero nato negli anni in cui il mio papà lavorava a PalazzoMadama. Il mio primo ricordo allora è di mattina in una camera di questo albergo con papà mamma e me nel letto grande, gli scuri chiusi. Sentivo mamma e papà felicie allegri e anche io lo ero per effetto specchio. A un certo punto arrivain camerauna ragazza giovane giovane con i capelli neri e ricci e con un enorme vassoio. Ricordo mio papàe mia mamma parlarle divertiti. Pochi mesi dopo divenne la nostra Rosettae per me amica di giochi divertenti e maestra di semplici pietanze di cui ancora ho in bocca il sapore. Per esempio la colazione delle dieci fatta con pomodori, aglio, origano e olio. Che semplice bontà e che bellezza quei colori !

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