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Lectures Talks Comments by Antonino Saggio

by Antonino Saggio, professor of Architecture Rome La Sapienza

This blog provides audiovisual materials dealing with Architecture and Information Technology. Sources are lectures or classes given by the author or by researchers and students working with him.

Copyright: This material is provided for Cultural and Education reasons only

Episodes

PARAPRATTIANO, PROPENSIONE LONDONIANA di Gianni Brunoro

0s · Published 20 Apr 09:46

Ritratto di Gian Carlo Guarda e a destra Foto di gruppo: Giorgio Bellavitis, Hugo Pratt e Gian Carlo Guarda daSopra i tetti di Veneziafotografia di Leone Frollo, Venezia 1953

Singolare figura di autore, quella di Gian Carlo Guarda, fumettisticamente vir unius libri: il cui unico libro è Zanna Bianca, curioso graphic novel nato prima ancora del relativo concetto. Guarda, nato nel 1930 e scomparso nel 2016, versato nel disegno e fin da ragazzo amico personale di Hugo Pratt, oltre che appassionato di cani, iniziò nel 1948 una versione del famoso Zanna Bianca di Jack London, completandone le prime 12 pagine. Le quali, per vicende avventurose che qui non è il caso di approfondire (presenti nella prefazione del volume), finirono nei cassetti dell’autore, che però se le portò dietro in tutte le tappe della sua vita, vissuta a sua volta in parecchi luoghi del mondo. E quando, nel 2002, fu costretto all’inattività da un operazione chirurgica mal riuscita all’occhio, sapendo che dopo pochi anni sarebbe rimasto cieco, ascoltò... “il richiamo”, per citare coerentemente ancora London, di carta e matita. Portò alla fine la trasposizione del romanzo, iniziato mezzo secolo prima.

Zanna Bianca, ungraphic novelun po’ insolito. Descrive le avventure del cane omonimo, un lupo grigio che vive una moltitudine di eventi di ogni genere, sullo sfondo del fascinoso paesaggio delle foreste dello Yukon: per lo più drammatici, qualcuno sentimentale e per sua fortuna con una conclusione rasserenante.

Due Tavole dello Zanna Bianca di Gian Carlo Guarda. A sinistra una tavola completata alla fne degli anni Quaranta, a destra una tavola ultimata negli anni Duemila

Tecnicamente è costituito da tavole quasi senza balloon (solo qualcuno nella parte finale) con didascalie un po’ verbose dentro ciascuna delle vignette, le quali a loro volta rispecchiano un disegno dalle sfumature in stile naïf; sono minuziosamente descrittive sul piano naturalistico, quasi tutte dedicate ad apprezzabili raffigurazioni di animali di ogni genere, come del resto la storia richiede, essendo una trasposizione fedelissima del romanzo. Si può presumere che se Guarda si fosse dedicato fin da giovane alla carriera di fumettista, sarebbe stato un ottimo autore di racconti d’avventura.

Gianni Brunoro, Associazione Nazionale Amici del Fumetto Italiano ècritico letterarioitalianospecializzato nelfumetto, èdirettore responsabile della rivistaFumetto

Gian Carlo Guarda,Zanna Bianca, Ed. Amazon, (Torino), 2020, 92 pp. in B/N, f.to 22x28, brossura.

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Pedamentina a Scampia. La nuova stazione dell’arte a Napoli di gambardellarchitetti

0s · Published 24 Mar 15:58

di Antonino Saggio

Finalmente il memorabile progetto della metropolitana di Napoli è giunto a Scampia. Per la verità non so bene che aggettivo usare per la metropolitana di Napoli. Lasciamo stare il memorabile e usiamo semplicemente, se pensiamo ai fruitori, fortunato. In particolare per chi non conosce la metropolitana, vi assicuro, vale assolutamente un viaggio perché avrà l’occasione di visitare una straordinaria collezione di arte e di spazi pubblici. Una collezione che si snoda in grandi invasi che conducono ai treni e fanno tutto il loro dovere distributivo e funzionale, ma assommano su di sé molti altri significati.

Il primo di tutti è che fanno cittadinanza. Vuol dire che la città e i suoi abitanti si riconoscono nella bellezza della metropolitana, ne sono fieri e la difendono. Le sedici Stazioni dell’arte sviluppano sempre un pensiero contemporaneo sulla bellezza anche quando, come è giusto che sia, diventa forte e dissacrante, quasi violento, o quando reinterpreta Napoli stessa, nei suoi colori, nei suoi anfratti, nei suoi stessi sotterranei.

Come sapete la metropolitana di Napoli è un esempio di progetto urbano riuscito. Della sua nascita, come di quella di Roma, esistono tre o quattro versioni. Una bella è che sia nata dalla tesi di laurea del cantautore Edoardo Bennato (vedi) che mostrava come connettere le linee Flegrea, Cirunvesoviana, Alisana con la vecchia metropolitana in un disegno unitario.

Di certo il progetto fu concretizzato nei due mandati dal 1993 al 2000 di Antonio Bassolino, implementata da Ennio Cascetta professore di trasporti e dalle figure di Benedetto Gravagnuolo e Alessandro Mendini per l’architettura e soprattutto di Achille Bonito Oliva per l’arte. Alla base di questa opera memorabile quindi la sinergia di alcuni protagonisti con le idee chiare che generano attorno a sé un mulinello di forze, di volontà, di capacità.

Ultimamente sono stati superati anni di stasi grazie all’azione decisa di Vincenzo De Luca attraverso fondi UE gestiti dalla regione, di Umberto de Gregorio presidente Eav (Ente autonomo volturno) e grazie al Coordinamento artistico di Maria Pia Incutti, Fondazione Plart si è finalmente riaperta la vicenda della metropolitana di Napoli anche negli anni di Luigi de Magistris.

Appena consentito dal Covid, nel maggio del 2020, è stata inaugurata appunto l’ultima stazione della serie a Scampia (ma un’altra è in costruzione, quella di Benedetta Tagliabue al Centro direzionale). Dicevamo la stazione di Scampia, quartiere simbolo del degrado della periferia napoletana attraverso anche le serie televisive.

Situazione di fatto

Questa stazione era un vero e proprio cantiere a cielo aperto, in cui coabitavano la vecchia stazione e le strutture di una seconda stazione che avrebbe dovuto ristrutturare la prima ma mai finita. In questa babele angosciosa e pericolosa, gli abitanti fruivano del servizio tra macerie e motorini parcheggiati. È a questo punto che inizia il progetto dell’architetto Cherubino Gambardella che firma nel 2018 il restyling con la partner dello studio gambardellaarchitetti Simona Ottieri.


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0s · Published 16 Feb 15:33

La scomparsa di Sandro Lazier (1953-2021)

Questa notte è scomparso Sandro Lazier . Una notizia tristissima per i tanti che lo stimavano come progettista appassionato, amante dell’architettura, fondatore e direttore della rivista “Antithesi” con Paolo Ferrara. Sandro era innanzitutto una persona rara e bella. Bella nel fisico alto e sottile, e nella linea netta con cui giudicava il mondo, le cose e gli uomini. Doveva venire da una stirpe partigiana delle Langhe lui che aveva studio ad Alba, città di grande storia e sede anche dei congressi dei Situazionisti. Sandro aveva una anima forte di uomo controcorrente. Non era interessato a potere o a consenso, ma voleva esporre con chiarezza, forza e limpidezza di linguaggio le sue tesi. Che erano nei fatti antiestablishment. Più di vent’anni lunga è l’attività di “Antithesi”. Innumerevoli articoli e prese di posizioni che spesso avevano anche interessanti commenti di lettori. La sua nascita era ai tempi de Web 1.0. e Importante la rivista era anche nella cura della grafica e nel motore di gestione. Era un vero gioiello ai tempi in cui nessuna delle maggiori testate aveva ancora un sito web. “Antithesi”, ai miei occhi, era importante e necessaria quanto ”Architettura.it” di Marco Brizzi. Due testate che hanno aperto la strada alla diffusione dell’architettura via Web. Ho conosciuto Sandro e Paolo prima via mail e poi a Roma in un incontro all’InArch che appunto faceva conoscere le prime testate di architettura via web. Da quella primavera del 2001 la nostra amicizia è stata sempre profonda e affettuosa, con molte iniziative insieme. Un convegno a Sciacca, la città di Paolo, dei periodi al Sicily Lab, delle jury del mio corso, naturalmente quel bel convegno su Zevi organizzato da Giovanni Bartolozzi a Firenze. Perché Sandro era un profondo conoscitore del pensiero e dell’opera di Zevi, una conoscenza attiva, praticata tanto da progettista che da critico. Il suo ultimo lavoro è la raccolta di due decine di Lezioni di architettura che condensano il suo sapere fondato sul pensiero organico e praticato in diverse opere di architettura belle eleganti e sensibili, suoi veri autoritratti. Anni fa Sandro tenne una mostra e ricevette un premio per la sua opera da Luigi Prestinenza. Ne era giustamente fiero ed io con lui per quello che può contare. Dicevamo però che oltre ad essere una persona bella Sandro Lazier era una persona rara, proprio rara. Con lui scompare una onestà di intelletto e di comportamenti una lindezza che lo pervade tutto anche e soprattutto nella decisione dei giudizi e dei comportamenti. Queste posizioni via via furono apprezzate anche da persone culturalmente a lui lontane. Un fatto rarissimo anche questo. In questa giornata così triste mi unisco al dolore di Paolo Ferrara, grande amico di Sandro e mio, della famiglia a cominciare dalla carissima figlia Milena, della moglie e del fratello con cui collaborava e poi degli amici-clienti per cui aveva disegnato opere e con cui manteneva contatti quotidiani. Sandro ci hai lasciato, ma se noi continueremo a pensarlo e a leggere quanto hai scritto potrà rimanere ancora almeno un poco con noi.
Commenti in questa pagina FB La rivista "Antithesi" Le architetture di Sandro Lazier

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The Political Role of Landscape

0s · Published 08 Feb 16:31

The Political Role of Landscape**

by Antonino Saggio Today, I shared something on Facebook that received a lot of feedback. I said: “We are at the end (or almost at the end) ofarchitecture; it hardly interestsanyone anymore, not even architects are interested inarchitecture anymore, which is something that I myself recently realized.” As I mentioned, this Facebook post was a success and received a lot of comments. And now,because we have thetechnology that allows it, and we are in 2019, I am live on Facebook and, thus, I am speaking to this audience, and myFacebook friends at the same time: (here is the link for anyone who is interested in listening: https://bit.ly/ 33Ddb1V). I want to start off by saying that the speech that struck me themost in the last two years was by Senator Emanuele Macaluso,because perhaps, having passed the age of ninety, he speaks thetruth, and says things as they really are. He said :“All of the evils of this country derive from the disruption of the relationship between politics and culture,” which is, of course, a fundamentalcornerstone of any society. Without the aspiration to pursuemeaningful purposes, politics becomes nothing more than a daily bargaining. On the other hand, when culture is severed from politics, it become self-serving, academic, a deposit of specialized knowledge with no real-life, and life-changing applications. It is precisely in the disruption of this relationship that lies one of the evils of this country, which is something that happened slowly and steadily, but I’d say, almost inexorably. I cannot add anything of value at thepresence the President of the ConstitutionalCourt about our foundational document, but there is no doubt that ourConstitution was brought to life in the context of an extremely strong, and healthyrelationship between politics and culture. I actually published a book in 1984 titled “Giuseppe Pagano between politics and architecture”, which started with a long quote from Antonio Gramsci. It’s Gramsci, indeed, who inspired Macaluso. It’s Gramsci, he himself a political leader, when imprisoned by the Italian fascist government, who thought long about the meaning of the Italian culture. He knew that without culture, political action has no intrinsic meaning. That being said, let’s take a step forward. So if culture is not a self-serving deposit of specialized knowledge, what is it? How can we define what culture is? Well, I believe that culture enables us to navigate reality, create roads, and pathways. And how can weachieve this? The symbolic image is given to us by Violante: keeping layers of knowledge of the past on our shoulders, but at the same time,maintaining an intuition for the future. Allowing one’s orientationthrough life, that is what culture does. And this constant conscious movement is what changes the world: we must constantly change the world, laws must be constantly changed, because change is what isnecessary to address new crises, and newchallenges. I will not speak at all about my main area of research, which is, as it has been mentioned, the impact of new technologies in the world, but today I only want to briefly talk about the concept of “landscape”, because it is equally linked to “politics” and “culture”, and because it is one of the crucial aspects of the "city of the future” being discussed here. Long story short, the concept of “landscape” is an Italian invention that arrived, in a specific place, at a specific time: in Siena, with the frescoes of the Good Government between 1338 and 1339. Before, there was no landscape. And landscape is not something merely physical and tangible, but is the cultural, and political ability to interpret an aesthetically shared view of the world, to publicly represent the values shared by a community. And so the landscape is the cultural, social and, as a result, political sharing of an aesthetic vision of the world, that is so important that was depicted in the frescos of the Good Government in Siena. This is the reason we immediately think about Tuscany, when we think of the world “landscape”, because that is were the concept was born. But since then, we have had the cultural ability to elaborate dozens of new ideas of landscapes, that still

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Le città del mondo. Un viaggio per capire cosa accade.

0s · Published 10 Dec 09:31
Il libro Il futuro delle città di Livio Sacchi per La nave di Teseo del 2019 è una lettura affascinante, informativa ed estremamente utile. Cerchiamo di sostanziare questi aggettivi con alcune osservazioni sul libro e sull’autore. Livio Sacchi sin da anni lontani - il suo primo libro che io ricordi è Il disegno dell’architettura americana (Laterza 1989) ed uno molto popolare più recente Tokyo (Skira 2005) ha combinato due componenti che si trovano raramente insieme. Da una parte una informazione ricchissima e di prima mano. L’altra componente è una scrittura precisa e limpida. Qualità queste che sono state perfezionate nella lunga partecipazione alla redazione di “Op. Cit” di Renato de Fusco e negli ultimi decenni nel suo ruolo di primo piano nella enciclopedia Treccani. La scrittura informata e amichevole, porta il lettore con piacevolezza lungo le cinquecento pagine del volume. Il futuro delle città può essere apprezzato anche non sequenzialmente, ma attraverso le curiosità e gli interessi, come se noi stessi fossimo in viaggio. Vi è un portato secondario, ma importante di questo libro: quello di essere un libro a-disciplinare. Sacchi in fondo è sempre stato un “decolonizzatore disciplinare” : non si è mosso nel quadrato del “Disegno e rappresentazione” area di cui è professore da decenni, ma attinge ad osservazioni che appartengono a più campi che vengono con naturalezza assorbite nella sua scrittura. Ed ora veniamo al secondo aspetto del volume, il suo alto valore informativo. L’autore analizza molte decine di città significative in tutti i continenti. Facciamo un esempio, su l’india si sofferma su Bangalore, Delhi, Mumbai. Ebbene se si chiedesse di localizzarle sulla carta geografica? O di dire qualcosa di significativo per ciascuna? Beh mi sono fatto prima io stesso queste domande, cui posso rispondere solo “dopo” la lettura delle undici pagine che vi sono dedicate. Anzi, per la verità, mentre leggevo, mi sono costruito una mappa in Google per localizzarle ed esplorarne almeno un poco la struttura urbana e i monumenti. Sacchi procede con chiarezza e metodo. Ci illustra la particolarità della geografia, incasella i principali dati statistici ed economici e poi affonda su alcuni elementi particolari della società, dell’economia e su alcune criticità. Per esempio Bangalore è “un polo scientifico d’eccellenza che concentra le principali aziende d’alta tecnologia” e “in linea con i successi di Bangalore, il governo indiano attraverso una Smart Cities Mission, ha varato la costruzione di cento Smart cities”. Cento Smart cities! Anche delle altre città Sacchi individua subito la peculiarità. Per esempio Delhi “costituisce uno dei più inquietanti fenomeni urbani presenti nel nostro pianeta” mentre di Mumbai ricorda anche la collocazione, scelta oculatamente come sempre facevano i portoghesi che la hanno fondata. Ad ogni città Sacchi fa seguire una piccola guida di architettura contemporanea. Ci ricorda sia i classici della modernità, sia opere realizzata da significativi architetti, spesso internazionali. E siccome siamo in un mondo in cui “basta la parola” ci vuole un attimo a mettersi in Internet e andar a veder il Terminal 2 di SOM a Mumbai, o un importante progetto di low rise - high density di Charles Correa. Ora quello che è fatto per l’India è compiuto per gli altri paesi dell’Asia, dell’Oceania, per l’Europa, per le Americhe insomma per tutto il mondo. Ne esce uno straordinario affresco che rivela anche un’altra anima dell’Autore, che chiamerei enciclopedica. Il libro costituisce così anche un reference book, cui ricorreremo se ci capiterà ancora di viaggiare. Veniamo ora all’aspetto di “utilità” che avevamo indicato all’inizio che non si riferisce solo a quanto sopra nella sua struttura “geografica”, ma alle prime duecento pagine di taglio saggistico. Mentre l’analisi delle città è un percorso “orizzontale” nel materiale, la parte saggistica vi affonda verticalmente. Intendo dire che Sacchi vi affronta delle grandi questioni del mondo contemporaneo. Eccone alcune: “Centro e periferia”, “Infrastruttura e mobilità”, “Migrazione e segregazione”. Facciamo l’esempio del capitolo dedicato ala “Sostenibilità”. Qui l’Autore ci ricorda i dati politici generali, le indicazioni delle Nazioni unite come Agenda 2030 e soprattutto si sofferma sulla enciclica del 2015 « Laudato sì’ » di papa Francesco. Questo approccio è importante perché mette “insieme” il tema del degrado ambientale con quello delle disuguaglianze, un nesso chiave se si vuole operare in chiave effettivamente ecologica. Il capitolo va avanti ripercorrendo le esperienza più significative da Singapore al quartiere di Hammarby in Svezia dal Parque Madrid Rio a Madrid al parco Seoullo a Seoul. Lo stesso taglio saggistico avviene in tutti i capitoli, per esempio in quello sulla digitalizzazione in cui tra l’altro ci fornisce i numeri delle entità globale del fenomeno e del suo impatto gigantesco sulla città del futuro. Abbiamo sentito negli ultimi mesi dichiarazioni di architetti noti nello scenario internazionale che, quasi al limite della boutade, rivendicano un ritorno salvifico alla campagna o ai borghi abbandonati. Sacchi ci ricorda che la scommessa è nel futuro della città. Una scommessa difficile da portare a termine, ma che deve essere condotta lo stesso con coraggio, consapevolezza e un poco di audacia. Recensione al Volume di Livio Sacchi "Le ctta del Mondo" Nave di Taseo 2019 Pubblicata in L'Industria delle costruzioi

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Index page - A Paradigm Shift: The IT Revolution in Architecture. An Open-video-course by Antonino Saggio

0s · Published 30 Jun 12:05
A Paradigm Shift: The IT Revolution in Architecture An Open-video-course
by prof. Antonino Saggio
“Sapienza" University of Rome
School of Architecture
Dept of Architecture and Design
The course presents a combination of theoretical and application aspects. The theoretical aspects concern relations between Information Technology and Architecture in this historical phase. The course takes place in about 30 modules of 35 minutes each. The classes are grouped into six thematic cycles that go from the "Introduction to the "World of the Web" to the "World of Rasters", "From the Vector Environment" to the"Creation of the world 3d" from "Spreadsheets and Databases" up to "Hierarchical structures and BIM". Each cycle offers lessons on the theoretical and software environments and on parallel developments in contemporary architectural research. At the end of each cycle, students draw up a specific practical and theoretical exercise that converges on the theme of the year. In this case "Unlost Territories Aniene Flows ".
Each class has a video of 35 minutes and a selection of images. Click the links below
INAUGURAL CLASS: 0º Inaugural Class: Crisis Modernity and Information Technology
PRIMO CICLO:
L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea | Il World Wide Web
1º Class: A Definition of Information
2º Class: The Native Scene of Architecture in the Age of Information
3º Class: The Role of Information in Contemporary Society
4º Class: Architecture in the Age of Information: The Return of the Rhetorical Figures

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24º Class (the Last): Space as Information

0s · Published 11 Jun 14:52

24º Class (the Last): Space as Information

Watch the video on 35 minutes
The class is forecast from
Face Book of Antonino Saggio
Thursday June 11, 2020
6:00 pm Rome 12:00 noon New York 9:00 am San Francisco
Space at center
Space as "Organ"
Space as "System"
Space as Information
But Now we can Go to a short theoretical prove.
Let's Use colour
Three characteristics
A. Contextual
Physiological
Contextual
Conclusion Color exists or not exists ? Eletrtromagnetc radiations exist. Colur being inscribed in the Contextual, Physiological and Cognitive sides is in reality Information
Which is easy to understand!
Same thing for space
Matter exists, but Space is again inscribed in the Contextual, Physiological and Cognitive sides there fore it belongs to the human conventional constructs of information.
***
Some practical examples
Marcos Novak at the Biennale of Venice, year 2000
see Mov

23º Class: The New Catalyst

0s · Published 08 Jun 15:49

23º Class: Interactivity: The New Catalyst


The class is forecast from
Face Book of Antonino Saggio
Monday June 8, 2020
6:00 pm Rome 12:00 noon New York 9:00 am San Francisco

Watch the video35 Minutes Overview of the "Conventional" Environments presented in the course
1.

C:Html/text information linked to external resources with "unique" addressing on the network. The jump - or Hyper - is the mode of navigation and knowledge.

2.

C:raster/A1: R80, G50 B60 on a grid screen may reside descriptive "dots" of an image.

3.

C:Vector/line -171.000 145.000 0.00 on a space mapped on two dimensions X Y are shown"entities" geometric leaning against the grid.

4.

C:VectorZ/ polygon -145.000 151.000 0.000 on a space mapped on three dimensions I indicate "entities" that define volumes on three dimensions.

5.

C:Date/A1B1: 25, A5B9: 39, A7b4=A1B1 A5B9 on a grid of rows and columns each cell contains information or a result: The result establishes relationships between the information related to declared functions.. All is branched and nested: it is a Model

6.

C:Date+ /1Name 2Cognome 3Età ... (on a grid of rows and columns each column 1, 2, 3 represents a field -field- each row an information container - record- . You can do specific searches "query".
7.
C:Symbol/1Object .. 2 Object 3 (on a space mapped to three dimensions I indicate the presence of "Symbols" that recall a great complexity whic is described only Once.Originally called 3D Database is today called B I M. It is in fact similar to a spreadsheet a Model
Sintesi degli ambienti " convenzionali" presentati nel Corso
1.
C:Html/informazioni testuali lincate a risorse esterne con indirizzamento "unico" sulla rete. Il salto - o Hyper - è la modalità di navigazione e di conoscenza

22º Some actors of the Bim Scene

0s · Published 04 Jun 15:13

22º Class: Some actors of the Bim Scene


The class is forecast from
Face Book of Antonino Saggio
Thursday June ,4 2020 6:00 pm Rome 12:00 noon New York 9:00 am San Francisco

Watch the video Nested Branched Hierarchical. a What if System parallel to a spreadsheet but used withing the realm of Building B I M Efficient, Semantic, Intelligent, Interactive Several program that implemests a BIM
Archi Cad
usa grasshopper tramite un proprio plugin
http://www.graphisoft.com/archicad/rhino-grasshopper/

precedentemente RadarCh sviluppato in ambiente MAC
Early mac
Super3d and Strata vision and of course Minicad and later Vector works
TOP solid, pro | Engieer Catia Gehry techmologies Digital projects
Generative components Bentley extension of Microstation ..
Related to seminars of the SmartGeometryGroup
Sketch up ha una semplice ma effettiva integrazione BIM / via gerarchica con quello che chiama "componente"Scarica gratis Procedural modelling vs simple 3d modelling
first to allow procedural / Bim
Rhino e Grasshopper l'integrazione al BIM avviene con il plug in VISUALARQ sia direttamente in rhino che via grasshopper.
www.visualarq.com
Energy Autodesk Ecotect / GEco plug in for grasshopper _Ladybug + Honeybee Structure Oasys Gsa highly porfessional as Rhino plug in Kangaroo and Karamba Human Behavior Virtools Processing search with wikepedia to have a description Autodesk Revit Revit che è lo standard Bim più diffuso si lega indietro al parametrico
Un software parametrico integrato che si chiama DYNAMO Revit è il programma dell'Autodesk che da alcuni anni ha portato l'idea del Bim all'interno di uno standard professionale The aboveinformation are integrated from the Hyperbody institure experience and research directed by prof. kas Oosterhuis. for an update see Tomasz Jaskiewicz, Towards a Methodoloy for complex adaptive interactive architecture, phd dissertaion TU delf 2013 pp. 211-214
Description of key Philosophy of Revit Revit’s philosophy - Notes derived from an

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Lectures Talks Comments by Antonino Saggio has 29 episodes in total of non- explicit content. Total playtime is 0:00. The language of the podcast is English. This podcast has been added on August 8th 2022. It might contain more episodes than the ones shown here. It was last updated on January 13th, 2023 03:08.

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